RECENSIONE "LA CURA DEL DOLORE" DI NICOLA PESCE

 LA CURA DEL DOLORE

di Nicola Pesce


Autore: Nicola Pesce
Editore: Edizioni NPE
Data di pubblicazione: 11 febbraio 2021
Genere: Psicologico
Pagine: 96
Prezzo: € 12,00
ISBN: 978-88-36270-24-8

Voto: ⭐⭐⭐⭐/5


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«Sebbene il sole splendesse serenamente dal lato del mare, aveva cominciato a cadere una pioggerella sottile, che non dava fastidio. Henry mise entrambe le mani nelle tasche e per qualche motivo si ricordò di quando era piccolo. Gli tornò alla mente un pensiero che aveva covato spesso: tutti intorno a lui erano cresciuti, e soltanto lui non si sentiva ancora un adulto. Dalla stradina di cemento sulla quale passeggiava, spruzzata di sabbia come una madia coperta di farina, cominciò a sollevarsi un profumo appena percettibile di ruggine, mentre le prime gocce la inumidivano e la rendevano più scura. In lontananza, attenuate dal vento, provenivano le grida felici di qualche bambino che per la prima volta faceva il bagno mentre pioveva, e le voci delle madri che temevano chissà cosa e volevano che i loro figli uscissero subito fuori dall’acqua, aspettandoli a riva con gli asciugamani aperti...»

TRAMA

Il protagonista, Henry, è una persona che ha sempre fatto di tutto per compiacere gli altri, ma questa volta verrà trascinato in una esperienza kafkiana, in un istituto governativo dove dei “burocrati” spingeranno all’estremo la sua tendenza a dire sempre di sì e ad accettare tutto. Sottoposto a torture fisiche e psicologiche, arriverà Henry a capire che deve essere se stesso, ribellarsi e vivere la propria vita?
Una folle ed elaborata metafora della società attuale, sempre troppo politically correct, un “memento vivi”, ossia “Ricordati di vivere”.

RECENSIONE


96 pagine stanno a lettura veloce, ma 96 pagine non stanno sempre a poco contenuto. In questo caso trattasi di molta qualità e di poca quantità.
Questo libro, infatti, è ricco di significato e carico di spunti di riflessione importanti. Una metafora sulla vita, sugli sbagli che gli esseri umani commettono. Quegli stessi sbagli che affliggono l’essere umano tanto da abbatterlo facendogli vedere il bicchiere totalmente vuoto, mai nulla di positivo, un abbattimento unico e costante. 
La scrittura di Nicola Pesce, autore e allo stesso tempo editore di se stesso, è semplice, lineare, delicata e profonda, pagina dopo pagina questo libro entra nell’anima del lettore.

Henry, il protagonista, è un uomo che si sente prigioniero all'interno della sua stessa vita. Vittima del suo onnipresente bisogno di compiacere gli altri sacrificando se stesso, non dà più peso ai suoi desideri e alla sua vita, li oscura semplicemente. In passato si è lasciato sfuggire tra le dita occasioni importanti e purtroppo se ne accorgerà quando sarà troppo tardi. 
Ormai completamente succube di questo suo quasi servilismo nei confronti dell'altro, Henry si ritrova a dover affrontare un periodo di "prigionia" presso una struttura governativa quasi surreale, dove sarà costretto a subire torture e fare i conti con se stesso. 
Il posto in cui viene rinchiuso e torturato non gli negava di evadere se lo avesse voluto, le porte non erano chiuse a chiave, il cubo in cui era stato intrappolato all’inizio si poteva aprire semplicemente spingendo il coperchio superiore. Come mai non riesce a scappare allora?
Parola chiave: metafora dello stato psico-fisico.

Quando Henry riesce finalmente ad ottenere la sua libertà (fisica e mentale), è ormai troppo tardi, vorrebbe tornare dalla persona amata per dirle finalmente quelle parole che avrebbero permesso di farla restare al suo fianco e costruire una vita insieme, una famiglia, ma si accorge di essere invecchiato e di aver imparato troppo tardi a non avere paura della sua libertà.

Nicola Pesce ha voluto lanciare proprio questo messaggio: non sprechiamo la nostra vita a cercare di compiacere gli altri, viviamola al pieno delle nostre forze e seguendo sempre ciò che vogliamo fare per noi stessi, perché quella vita saremo noi a portarla avanti fino alla tomba, non gli altri. Cerchiamo di non arrivare alla vecchiaia con rimpianti che avremmo potuto evitare. Ricerchiamo la felicità dentro di noi ed esterniamola con i fatti concreti.
Fare errori ci rende umani perché solo chi osa può dire di aver rischiato e sarà comunque una vittoria il fatto di mettersi totalmente in gioco, ma la cosa essenziale è riconoscere gli sbagli, imparare da essi e cercare di migliorarci. L'unica cosa che potrebbe farci morire interiormente è il rimpianto di NON aver agito, il fatto di rimuginare sugli errori commessi e rimanere ancorati ad essi senza spingersi oltre ed agire.

In poche parole: CARPE DIEM! 

Ringrazio infine l'autore per la copia del suo bellissimo libro 🤍


L'AUTORE

Nicola Pesce è l’editore dell’omonima casa editrice. Questo è il suo terzo romanzo. Forte di un seguito personale di oltre 70.000 followers accaniti ed appassionati di libri, tè e gentilezza.
Dopo il successo dei suoi primi due romanzi (Le cose come stanno e Il fiato di Edith), Nicola Pesce torna dopo pochi mesi con la sua terza opera: La cura del dolore, in una edizione di pregio, cartonata in imitlin nero con rilievi in argento.

"Se volessi far libri che parlano di qualcosa dovrei parlare di azione, sparatorie, intrighi, gente che si ama, che poi non si ama più, che poi si torna ad amare. Oh caspita, mi annoio solo a pensarci!"