RECENSIONE "TIPI" DI CRISTINA BELLEMO

 TIPI

di Cristina Bellemo


Autore: Cristina Bellemo
Editore: Edizioni Gruppo Abele
Illustratore: Gioia Marchegiani
Data di pubblicazione: 27 novembre 2019
Pagine: 80
Genere: Narrativa per bambini
Prezzo: € 18,00 copertina flessibile

Votazione: ⭐⭐⭐⭐⭐

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TRAMA


Nel palazzo dove si è trasferita, una bambina fa la collezione di persone e personalità che le abitano accanto. Un libro illustrato in bilico fra sogno e realtà, un racconto sul potere dell’immaginazione e della fantasia, e sull’attenzione al mondo che ci circonda.

Luce è una bambina molto curiosa: le piacciono i tappi di bottiglia, i sassi e disegnare. E mentre aspetta di trovare un tipo bambino con cui giocare, se ne va in giro a scoprire gli abitanti del suo condominio. C'è chi colleziona domande, e chi risposte. Chi origlia e poi spiffera, chi ha tantissime scarpe e non va da nessuna parte. Chi scrive lettere, e chi raccoglie il vento in barattoli... Nel Condominio Giardini c'è persino un cane che studia ingegneria nucleare! Questo delicato e divertente catalogo di personaggi è pronto a incuriosire chiunque ami guardarsi attorno per scovare molti altri straordinari tipi! 


RECENSIONE

"Mi piace scoprire le persone. Le loro scarpe, come camminano e come stanno ferme. Le voci, se urlano o sussurrano o stanno zitte. Cosa portano i mano, cosa fanno quando partono. Come passano le giornate. […] Il mio condominio è come una città, solo in verticale. Dentro ci sono molti Tipi. Eccoli."


Anche io da piccola mi sentivo come Luce, un'attenta osservatrice di ciò che mi circolava attorno, ma non per "ficcare il naso", semplicemente per divertimento. Un bambino curioso è poi un bambino che cerca ogni appiglio per apprendere qualcosa di nuovo. TOUCHE'.

Anche io, come Luce, catalogavo le persone, soprattutto i miei vicini. Ho vissuto i primi dieci anni della mia vita in un condominio altissimo ed ero all'ultimo piano (senza ascensore purtroppo), quindi potete immaginare quanti "tipi" vedessi passare. Una manna dal cielo per una figlia unica che cercava in tutti i modi qualcosa per divertirsi. Mi sono estremamente immedesimata in Luce, quando, di fronte ad una sorta di miraggio fanciullesco dopo tanti adulti strampalati, si illumina nel vedere di fronte a sé un bambino, con cui sogna di fare un mucchio di belle cose.

La piccola protagonista, novella inventastorie, porta a spasso lettori grandi e piccoli tra gli appartamenti del suo nuovo condominio, raccontandoci la vita e le particolarità dei suoi abitanti. Ne vengono fuori dei racconti sospesi tra sogno e realtà, tutti molto poetici, ma niente di stereotipato. Descrizioni originali ed uniche nel loro genere. Ma chi esiste di normale? Ognuno ha le proprie manie, i propri tratti somatici e psicologici, e chi più ne ha più ne metta.. ma la normalità non è ammessa!

Luce descrive tutti i suoi vicini pagina dopo pagina: per esempio c'è il tipo assente, il tipo che parla da solo, il tipo che legge i nomi sui campanelli e inventa storie, il tipo che coltiva parole aromatiche sul balcone, il tipo con la paura delle cose che cadono ed altri tipi che abitano (o non abitano) i vari appartamenti dei vari piani e scale del condominio.

Io mi sono ritrovata molto nel "Tipo" che ama le scarpe. Le utilizza solo per passeggiare sul pianerottolo, ma ammetto che io sono ancora peggio. Cambio scarpe per fare il tragitto divano-cucina oppure cucina-bagno. Colleziono sneakers praticamente, non riesco ad evitare di acquistarle costantemente 🤍
Vista la mia attuale vita sociale e sentimentale, però, potrei presto trasformarmi nel "tipo" gattara zitella.

Scherzi a parte..

Ogni storia ricama piccoli scorci che si aggiungono uno dopo l’altro creando ritratti ricchissimi, anche lessicalmente parlando, che appaiono compiuti solo alla fine di ogni testo, come un dipinto.
Un caleidoscopio di personaggi che mi ha divertita parecchio e mi ha fatto ripensare ai miei primi anni di vita. Ne inventavo una tutti i giorni ed ero un'attenta osservatrice, proprio come la piccola Luce.

Gioia Marchegiani sceglie la strada geniale di schiudere gli usci, i dettagli, i colori senza mai mostrarci i volti di questi "tipi". Corrimano, scalini, citofoni, targhe, tazze, vasi, gatti, cuscini, porte, campanelli… un serie di indizi che la vita di ciascuno, quasi con noncuranza, lascia al proprio passaggio, come la scia eterea di un aereo. Inoltre le scritte ricordano molto la tipografia, stampinate nero su bianco.. deriverà forse dal titolo "tipi" e dal suo duplice significato?

Ringrazio infine la casa editrice per la copia del libro 🤍


L'AUTRICE

Giornalista e scrittrice da vent’anni. È autrice di molti libri per bambini e ragazzi, e con La leggerezza perduta (Topipittori, 2013) ha vinto il Trofeo Baia delle favole nell’ambito del Premio Andersen.

MIGLIOR SCRITTRICE PREMIO ANDERSEN 2021